Sulla cresta del monte

Si valorizzano subito le nuove proiezioni demografiche rilasciate dall’ISTAT il 28 luglio u.s. per una infografica che a colpo d’occhio fa cogliere la portata del processo di invecchiamento della popolazione.

Il grafico suggerisce l’importanza di tenere in vita e pienamente funzionante l’aggancio automatico dei requisiti pensionistici ai guadagni di vita attesa.

Si raffigurano cinque distribuzioni della popolazione: al 2024 che è anno base delle nuove proiezioni, al 2027 quando scatterà (a meno di modifiche) il prossimo incremento dei requisiti di pensionamento, e poi al 2030, al 2025 e al 2045 secondo le proiezioni dello scenario mediano dell’ISTAT.

Le due linee verticali tratteggiate rosse indicano l’attuale requisito di età per l’uscita di vecchiaia (67 anni) e l’età media alla quale attualmente avviane l’uscita per anzianità contributiva (l’anticipata), 61,5 anni nel 2025, in contrazione rispetto agli anni precedenti (era 61,9 nel 2021 secondo i dati dell’Osservatorio dell’INPS). La si può per semplicità definire “banda di pensionamento”.

Se la distribuzione per età della popolazione viene fatta scorrere in avanti a partire dal 2024, diviene evidente che la “cresta” della popolazione, formata dai baby-boomers, sta iniziando adesso ad attraversare la banda compresa tra le due linee verticali tratteggiate rosse. Anzi, per la precisione, l’ingresso nella banda è atteso proprio tra il 2026 e il 2027. Questo implica che nei prossimi anni e sino al 2040-2045, entreranno nella banda coorti crescenti di lavoratori pensionandi, corrispondenti alla fase in cui si rimane in "cresta" (sulla serra per continuare il parallelo con la montagna) o di discesa dalla "cresta" delle distribuzioni per età della popolazione. Solo dal 2045 cominceranno a entrare in banda coorti di anno in anno significativamente più sottili, con conseguente alleviamento del fenomeno.

Si sta entrando sulla "cresta del monte" (onto the sharp edge nell’espressione inglese che forse rende meglio), dove serve tenere bene la bussola per non uscire di sentiero e per preparare una discesa in sicurezza. L’aggancio automatico dei requisiti di pensionamento fa proprio da bussola, e la traslazione verso destra della banda di pensionamento concorre a riequilibrare lo spostamento verso destra e la ricomposizione della distribuzione per età della popolazione.

Lasciar funzionare l’aggancio automatico, senza comprometterne la credibilità dopo tanti anni in cui è divenuto tratto saliente del sistema, ha tre vantaggi: (1) migliorare l’adeguatezza dell’assegno, nell’interesse del pensionato ma anche per contenere pressioni su altre voci assistenziali del welfare system (in primo luogo la sanità “Ltc”); (2) diluire nel tempo gli incrementi di spesa pensionistica connesse all’uscita dei baby-boomers, per evitare che ingessino la politica di bilancio ed economica in momenti in cui si deve guidare il cambiamento (all’interno e nei rapporti esterni); (3) evitare riduzioni troppo brusche delle forze di lavoro e degli occupati con i conseguenti effetti negativi sul PIL (uno degli aspetti cui dà maggior rilievo il più recente “Employment Outlook” dell’OCSE).

Ogni progetto di sospensione dell’aggancio automatico dei requisiti dovrà dare conto di come fronteggiare e risolvere alternativamente i tre punti sopra sintetizzati.

Non è il momento di rinunciare alla bussola. Nessun alpinista esperto si arrischierebbe a uscire di tracciato in alta montagna, soprattutto se con la responsabilità di altri camminatori meno esperti sulle spalle.

        Red. Ref., 29 luglio 2025